La crisi energetica attuale

La pandemia di Covid-19 ha messo in ginocchio molteplici settori dell’economia. Ora che la vaccinazione sta favorendo la ripresa, stiamo osservando il comparire di un altro grave problema impossibile da ignorare. L’inverno scorso, caratterizzato da temperature significativamente basse, ha fatto aumentare la domanda di gas, le cui riserve quindi sono diminuite. Durante l’estate, grazie alla ripresa economia post-Covid, la domanda ha subito un ulteriore aumento. Nonostante la crisi energetica è la conseguenza di molteplici cause e inefficienze, ne possiamo evidenziare in particolare le turbolenze sul mercato del gas e la maggiore domanda di elettricità dovuta alla ripresa post-Covid e la minore produzione di energia rinnovabile causata dal caldo e dalla bassa velocità del vento durante l’estate.

 

Riguardo le turbolenze sul mercato del gas, c’è sicuramente il fatto che la Russia (dalla quale le importazioni di gas naturale nell’Unione Europea dipendono per circa il 50%) ha limitato le esportazioni di gas verso l’Europa a causa dell’elevata domanda interna, delle interruzioni della produzione e, come alcuni analisti suggeriscono, per sostenere l’avvio di flussi tramite Nord Stream 2, il nuovo e controverso gasdotto che la collega direttamente alla Germania, bypassando i Paesi dell’Est Europa, tra cui l’Ucraina e la Polonia 1.  

 

Riguardo la corsa verso le energie rinnovabili, emerge il fatto che l’energia rinnovabile non è ancora un affidabile sostituto del gas. Infatti, nell’ultimo anno il gas ha colmato le lacune nella produzione di energia da altre fonti, più sostenibili. Tuttavia, la lezione da trarre, secondo gli esperti, non è quella di ridurre la corsa alle rinnovabili, ma semmai di accelerarla, soprattutto attraverso impegni più chiari da parte dei governi per introdurre fonti di energia a basse emissioni di carbonio, ad esempio finanziando le infrastrutture necessarie2

 

Anche se criticati da molti, i permessi nell’ambito dell’Emissions Trading System che le aziende pagano per “poter inquinare” costituiscono uno degli incentivi più importanti a passare all’energia pulita.  Come funziona tale sistema? Anche se il meccanismo è abbastanza complicato, possiamo dire che le industrie più inquinanti (soprattutto le centrali energetiche, le acciaierie ecc.) devono rispettare un tetto annuo di emissioni di anidride carbonica, una delle cause principali del riscaldamento climatico. Le imprese che inquinando superano tale limite, devono acquistare le rispettive quote di emissioni, mentre quelle che inquinano di meno, possono rivendere le loro. I tetti annuali di emissioni, in base alla direttiva Ue che regola questo sistema, sono stati progressivamente abbassati, ed è uno dei motivi (anche se minore di quello che alcuni politici dichiarano) dell’inflazione attuale. 

 

Tra i possibili rimedi all’aumento dei prezzi dell’energia gli esperti consigliano di incrementare le importazioni di gas naturale liquefatto per nave. Infatti, quando pochi anni fa il mercato globale del gas era bon fornito, l’Europa poteva godere di bassi prezzi del gas anche grazie al surplus di tali riserve3

 

Riguardo il nucleare, contrastato da molti paesi ma che potrebbe svolgere un importante ruolo nella partita della decarbonizzazione del settore energetico, l’attuale disponibilità maggiore rispetto agli anni passati di questa fonte di energia della Francia, dovrebbe portare tranquillità sul mercato europeo. 

 

Detto ciò, possiamo concludere che i governi dovrebbe prestare più attenzione alla transizione energetica efficiente, avendo però la possibilità, nel frattempo, di contare sulle riserve alternative sufficienti. 

 

Larysa Zakhidna, Associato Senior Area Consulenza d’impresa

 

Livia Lamaro