Philip Morris ed il motorsport: un connubio da record

Quello tra il mondo degli sport motoristici e Philip Morris è stato, per circa un ventennio, un legame saldo e radicato, quasi indissolubile.

Nonostante il mondo di Philip Morris ed il mondo dei motori avessero ormai stabilito una forte e duratura relazione, intorno agli anni caratterizzati dagli effetti della Grande Crisi del 2008, il regolamento degli sport motoristici aveva subito importanti mutamenti; alle aziende produttrici di alcol e tabacco, vizi sempre più diffusi, era, infatti, da quel momento fatto divieto di sponsorizzare questo genere di eventi. È stato sicuramente un cambiamento percepito in maggior misura dai team, piuttosto che dagli sponsor, che si sono, comunque, visti privati di una delle vetrine più illustri ed importanti che lo sport potesse offrire.

Philip Morris International, fondata a Londra nel 1847, è stata ed è una delle compagnie di tabacco più grandi e di successo della storia; possiede, infatti, alcuni tra i più grandi brand del settore, ad esempio Marlboro e L&M. L’azienda, inoltre, è stata una tra le prime compagnie ad aver compreso la portata della possibilità di sponsorizzare eventi sportivi, solitamente seguiti da un pubblico ampio e variegato che associava il marchio allo sport stesso.

La storia del gruppo è costellata da un forte successo globale, soprattutto per quanto riguarda il periodo 1960-1980. Nel 1972 il brand Marlboro, che meno di vent’anni prima era diventato la prima affiliata di Philip Morris al di fuori degli Stati Uniti, si è, infatti, imposto sul mercato come il brand di sigarette con il volume di vendite più alto di sempre. Consci dell’importanza che l’intero gruppo stava ottenendo in quegli anni, Philip Morris decise di investire ingenti somme di capitale nelle sponsorizzazioni all’interno del mondo dei motori; chi non ricorda, infatti, la Ferrari di Michael Schumacher con la scritta Marlboro? O la bolognese Ducati con il medesimo marchio di sigarette, che ben si sposava con il rosso dei costruttori?

Tuttavia, in seguito al cambiamento legato alle sponsorizzazioni negli sport motoristici, Philip Morris ha compreso che era diventata necessaria una profonda mutazione. Le sigarette sono nocive, ed ormai tutti ne erano già consapevoli; è per questo che in Philip Morris si è iniziato ad investire, proprio dal 2008 ad oggi, circa 4,5 miliardi di dollari[1] nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti il cui scopo è quello di sostituire le sigarette tradizionali. Scelta audace e forse non troppo comune per un’azienda produttrice di tabacco, ma come il CEO di Philip Morris, Calantzopoulos, afferma: “noi siamo l’azienda che sta distruggendo il suo stesso business”.[2]

Investire grandi somme di capitali e risorse non è bastato, però, a Philip Morris; la volontà era quella di essere percepiti dal pubblico come l’immagine di questo cambiamento in atto, serviva un’idea. E’ da questa necessità che è nata, pochi anni fa, l’iniziativa, ancora in atto, chiamata “Mission Winnow” il cui scopo è quello di “guidare il cambiamento ricercando sempre un modo migliore di fare le cose”.[3]

Nelle intenzioni di Philip Morris, a questo riguardo, figura la volontà di mantenere separate le identità del brand di tabacco e dell’iniziativa appena intrapresa; il progetto sembra essere andato in porto dal momento che in molti non hanno immediatamente compreso il legame che intercorre tra le due realtà. Il motivo di questo netto individualismo? Semplice, Mission Winnow ha lo scopo di tornare dove Philip Morris non può più tornare: il motorsport.

Scienza, tecnologia, sostenibilità, innovazione e cultura sono i cinque principi sui quali Mission Winnow fonda la sua nuova visione di business. Tutti questi si integrano perfettamente in un ambiente estremamente competitivo quale è quello dei motori.

Una volta tornati sul palcoscenico dei motori bisognava decidere chi supportare, e proprio come un decennio prima aveva fatto Marlboro, Mission Winnow, nonché Philip Morris, ha deciso di affiancarsi a due delle più grandi eccellenze di questa categoria: la scuderia Ferrari, in F1, ed il team Ducati, in MotoGp. Philip Morris, a riguardo, afferma: “Ferrari e Ducati posseggono il know-how per affrontare lo status quo, guidano il cambiamento in modo rivoluzionario e lo fanno per essere campioni. Hanno devoluto le loro vite nel trovare nuove e migliori vite, e le loro storie di devozione e successo sono per noi di ispirazione”[4].

Se questa “ritrovata” partnership ci regalerà grandi successi, proprio come un tempo, ce lo diranno solo i gran premi che si disputeranno. Per ora, comunque, non si può fare a meno di riconoscere la grande capacità di Philip Morris di rinnovarsi totalmente, fino a rivoluzionare le sue stesse fondamenta.

Carlandrea Peparini, associato in area Marketing


https://www.pmi.com/science-and-innovation

https://www.barrons.com/articles/philip-morris-ceo-on-vaping-juul-and-staying-relevant-51549577459

https://www.missionwinnow.com

Mauro Campus