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Greenwashing: il caso DWS

La valutazione di un investimento sostenibile oggi tiene in considerazione non solo i criteri economico-finanziari, ma anche quanto l’azienda è sensibile ai fattori ESG, ovvero i parametri che indicano l’attenzione alle tematiche ambientali (E), sociali (S) e relative alla governance (G). In particolare, per finanza sostenibile si intende un modello di intermediazione finanziaria la cui allocazione delle risorse ha come obiettivo quello di consentire alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. 

Oggi, dunque, il topic della sostenibilità è ampiamente discusso e gli investitori sono molto sensibili al tema e sempre più propensi ad acquistare prodotti “green”. Il problema emerge, però, quando le aziende sono guidate da manager che nascondono attraverso un marketing ecologico di facciata azioni che in realtà sono ben lontane dall’essere sostenibili. Questo fenomeno è conosciuto come “greenwashing” e significa letteralmente “dissimulare il verde”.

Tra i più recenti casi di greenwashing nel sistema finanziario ne è protagonista il gruppo DWS (filiale di asset management di Deutsche Bank). Le indagini contro la società di investimento sono iniziate nell’agosto 2021 in seguito ad una pubblica accusa da parte dell’ex responsabile della sostenibilità della società. Infatti, la società dichiarava nel suo rapporto annuale del 2020 più della metà dei 900 miliardi di dollari di patrimonio investiti in prodotti sostenibili. Questa stima, secondo la whistleblower Desiree Fixler, risultava essere fortemente eccessiva. Infatti, in realtà solo una frazione più limitata seguiva i parametri ESG. Questo scandalo ha portato sia la SEC statunitense che la BaFin (autorità federale di vigilanza finanziaria tedesca) ad avviare un’indagine, dalla quale ne rimase poi coinvolta anche Deutsche Bank che, negli ultimi anni, è stata già oggetto di diversi scandali finanziari. Contemporaneamente DWS, che inizialmente negò fermamente le accuse, modificò nel rapporto del 2021 i miliardi “ESG-integrated” da 450 a soli 115. Le indagini, che allora diventarono più approfondite, determinarono l’irruzione delle forze dell’ordine tedesche nella sede delle Deutsche Bank e della sua unità di investimento con l’accusa di frode sugli investimenti di capitale. 

Sicuramente la questione ESG è ad oggi ancora complessa e non esistono delle “linee guida” precise e universali. Questo chiaramente crea confusione e determina situazioni in cui le aziende commercializzano prodotti finanziari green come più “sostenibili” di quanto invece non lo siano in realtà. Tuttavia, le conseguenze che derivano da questi comportamenti scorretti sono rilevanti. 

Infatti, nel caso DWS, dopo le perquisizioni le autorità di vigilanza hanno appurato che le accuse erano veritiere e questo ha comportato le dimissioni, lo stesso giorno, dell’amministratore delegato Asoka Woehrman. Inoltre, le conseguenze più importanti si sono riversate sulla credibilità della società sul mercato finanziario. Infatti, il prezzo del titolo (ISIN: DE000DWS1007) è sceso drasticamente in due momenti in particolare: a fine agosto 2021 quando sono iniziate le indagini e tra il 31 maggio e il 1° giugno 2022 in seguito alle perquisizioni. Questo oltre a generare una perdita di liquidità ha determinato chiaramente una minor fiducia dell’intermediario. 

Attualmente non esiste una normativa che punisce il greenwashing, perché esistono differenti metodi di valutazione adottati dalle società. Tuttavia, data la diffusione e la rilevanza del fenomeno è possibile che in futuro, per prevenirlo, questo possa diventare un reato penale. 

Il presidente della SEC Gary Gensler in merito al greenwashing scrisse in un tweet: “se è facile dire se il latte è senza grassi semplicemente guardando l’etichetta nutrizionale, potrebbe essere il momento di rendere più facile capire se i fondi “verdi” o “sostenibili” sono davvero quello che dicono di essere”. D’altronde il Fondo Monetario Internazionale (FMI), l’OCSE e la Banca mondiale esortano le autorità di regolamentazione a proteggere gli investitori dal greenwashing garantendo una maggiore trasparenza e la diffusione di informazioni veritiere.

Ludovica De Rose, associato in prova area Consulenza d’Impresa.

IT Manager