Aumento dei costi delle Utilities: scenari futuri sul mercato delle PMI

Stiamo vivendo un periodo storico di forte incertezza politica ed economica che è recentemente culminato con lo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina. Mentre i notiziari si concentrano sul rialzo dei prezzi della benzina, problematica che interessa la maggioranza della popolazione italiana, sembra che il rialzo dei prezzi di energia e gas non siano presi in considerazione allo stesso modo.

Con l’anno nuovo, le bollette di energia e gas hanno raggiunto picchi senza precedenti: l’energia elettrica è salita del 55%, mentre il gas è aumentato del 41,8%. Nello specifico le quotazioni del PUN (Prezzo Unico Nazionale) per l’energia elettrica, che vengono regolarmente aggiornate dal GME (Gestore dei Mercati Energetici) sono passate da una media annua di 124,99 euro/megawattora nel 2021, a 224,50 euro/megawattora solo nel primo trimestre del 2022. 

Ma da cosa dipende questa impennata? Sono diversi i fattori che hanno portato ad un severo rincaro dei prezzi: l’aumento dei costi delle materie prime dovuto alla ripresa post-Covid, il sovrapprezzo dei permessi per l’emissione di CO2 ed il fatto che la richiesta di gas metano sia in costante aumento a livello mondiale, andando ben oltre le capacità di produzione del mercato. 

Ma che legame c’è in Italia tra energia e gas? Il mix italiano delle fonti energetiche dipende nettamente dall’acquisto estero di gas, il 42% nel 2020 (cui si somma il 36% di petrolio). Si capisce facilmente quindi la correlazione nell’aumento dei prezzi delle utilities che rischiano di bloccare le imprese italiane. 

Come se non bastasse, i paesi caratterizzati da economie in via di sviluppo (soprattutto Asia e Sud America), necessitano di importare quantità di gas metano sempre maggiori a prezzi sempre più elevati, per questo motivo, i produttori si stanno indirizzando verso questi mercati più redditizi.

A cosa porterà l’aumento dei prezzi? A parte il rincaro delle bollette che sta già mettendo a dura prova il mercato delle piccole-medie imprese, si sta verificando anche una riduzione della competitività sul fronte dei fornitori di luce e gas in quanto i prezzi per le materie prime sono altissimi e non c’è più possibilità di contrattare sui margini. 

A fronte di una poca lungimiranza passata da parte degli enti politici in merito all’approvvigionamento dell’energia e gas sul mercato italiano, possiamo dire che ci aspettiamo dei buoni propositi per il futuro. Ci troviamo di fronte alla necessità di investire nelle energie rinnovabili, anche perché come tutti sappiamo il gas proveniente dalla Russia non sarà più una garanzia. La svolta green è alle porte e sotto questo punto di vista, l’aumento dei prezzi si è trasformato in una buona notizia per il pianeta. 

Attualmente sono stati presi dei provvedimenti d’urgenza contenuti nel “Decreto Ucraina” per calmierare i prezzi di energia e gas e permettere al “sistema delle imprese di sopravvivere bene e continuare a lavorare” come dichiarato dal ministro dell’Economia Daniele Franco. Dei 16 miliardi di interventi negli ultimi sei mesi, 5,5 sono stati devoluti alle imprese. 

Nonostante il Governo si stia impegnando per far fronte a questa emergenza, è ormai chiaro che parlare di fonti rinnovabili non sarà più una semplice argomentazione ambientalista ma un’urgenza concreta. Le aziende che possono permetterselo e in primis i governi dovranno impegnarsi fin da ora nello sviluppo di nuove tecnologie di approvvigionamento verde.

Giulia Crestan, associata in prova Area Marketing

Giulia Monzali