La rivoluzione nelle Big 4: audit vs consulting

Con l’espressione Big 4 si identificano le quattro società di revisione e consulenza che si spartiscono il mercato mondiale. Originariamente erano 5 le principali società: Arthur Andersen, Deloitte, KPMG, Pwc e Ernst & Young. Tuttavia, dopo lo scandalo Enron, Arthur Andersen uscì da questa élite. 

Nonostante l’elevata concentrazione del settore, non si deve credere che si tratti di un mercato poco competitivo. Al contrario, la competizione (sia interna che esterna) in questo ambito è a livelli nettamente superiori rispetto ad altri campi. Una rivalità ed una competizione così marcate rendono necessari ingenti investimenti, anche solo per rimanere competitivi.

Ernst & Young e le altre Big 4 che dominano il settore a livello globale (Deloitte, KPMG e PwC) sono stati aspramente criticati per una percepita mancanza di indipendenza nella loro revisione dei conti delle società a causa delle commissioni che generano anche dall’attività di consulenza, sia fiscale che commerciale.

Secondo un rapporto del Financial Times, la società di consulenza e revisione Ernst & Young è stata guidata dalle banche di investimento JPMorgan e Goldman Sachs in merito a una possibile quotazione o vendita della sua attività di consulenza. Un’offerta pubblica iniziale o una vendita parziale del ramo “consulting” della società, sarebbe la più grande scossa per il settore della consulenza globale dal crollo della società di revisione globale Arthur Andersen nel 2002. Tale operazione emulerebbe la quotazione pubblica iniziale di successo della società di consulenza Accenture nel 2001. 

Per le pratiche di consulenza Big 4, infatti, le limitazioni nel lavoro con i clienti di audit sono un freno alla crescita mentre gli investimenti nel miglioramento dell’audit hanno prosciugato gli investimenti di capitale dalla loro attività di consulenza. Inoltre, La scissione della revisione contabile dagli altri servizi permetterebbe alle Big 4 di superare il conflitto d’interesse che continua a frenare, in particolare, lo sviluppo delle aree fiscali e legali. Si tratterebbe quindi di un piano per separare le attività di revisione dei bilanci da quelle di consulenza aziendale per rimuovere i sospetti e le accuse di conflitto d’interesse.

Dobbiamo anche considerare che i bracci di consulenza di queste società affrontano concorrenti non vincolati da lotte di audit. Accenture, ad esempio, diventata indipendente dal revisore dei conti Arthur Andersen nel 2000, ha registrato un fatturato di 51 miliardi di dollari lo scorso anno, quasi il doppio delle vendite di EY Advisory.

L’attività di consulenza di EY, che fornisce consulenza fiscale, gestionale e commerciale, ha generato vendite per circa 26 miliardi di dollari lo scorso anno finanziario, circa due terzi del reddito globale totale dell’azienda di 40 miliardi di dollari. L’attività di audit, invece, ha fruttato circa 14 miliardi di dollari lo scorso anno. La divisione delle due attività consentirebbe alla creazione di un’attività di revisione indipendente e permetterebbe all’attività non di revisione esistente di accedere a più capitale, potendosi così espandere più rapidamente. 

Lo scorporo con la successiva creazione di due entità con centro di profitto differenti, se venisse accettato da tutti i soci, costringerebbe molto probabilmente le altre Big 4 a valutare l’idea di seguire l’esempio di EY e dare inizio, così, a una vera e propria rivoluzione nel mondo della consulenza e dell’audit.

Edoardo Manca Rizza, Associato in prova Area Consulenza d’Impresa.

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