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Apprendere e divertirsi: il metodo del Serious play

Il gioco è parte intrinseca di ogni cultura e rappresenta un’esperienza umana condivisa, ma se ci si interroga su cosa sia, la risposta può non risultare così immediata. Quest’ultimo, oltre ad essere una fonte di intrattenimento, è anche generatore di cultura, capace di influenzare il comportamento umano. Inoltre, non c’è detto più vero di “quando ci si diverte il tempo vola”, e questo vale anche per il lavoro.

Il gioco rende l’apprendimento più veloce creando pattern logici, ovvero modi di pensare o sovrapposizioni di concetti e idee che, man mano che le idee vengono sviluppate, si riconoscono e intrecciano tra di loro.

Analizzando le meccaniche del gioco possiamo notare come queste, facendo leva sui bisogni e le esigenze dell’individuo, riescano a incentivare comportamenti positivi e desiderabili nelle persone. 

La nascita dei “serious play” risale alla metà degli anni ’90, quando la LEGO dovette affrontare una pesante caduta delle vendite vista l’introduzione nel mercato di video games e forme di intrattenimento innovative. Fu così che Johan Roos e Bart Victor idearono il concetto di “gioco serio”, un’intuizione che portò allo sviluppo di una tecnica efficace per consentire a manager e team di lavoro di sviluppare in maniera diversa le loro attività.

Il metodo Lego® Serious Play® (LSP) è un processo innovativo basato su principi di apprendimento che stimolano i tre sistemi con cui ogni individuo interpreta la realtà: visivo, uditivo e cinestetico.

Sfruttando i mattoncini, è possibile costruire scenari reali ed orientare le persone all’interno delle situazioni da risolvere per identificare la causa matrice di un problema. 

Questo approccio consente di rafforzare ulteriormente l’interazione tra i partecipanti, che riescono infatti a mostrare le proprie idee in maniera più rapida, in una situazione caratterizzata dall’assenza di pressioni; tramite la condivisione delle idee il singolo individuo riesce a trasformare le proprie intuizioni e conoscenze in una risorsa collettiva.

Si può dire che il “serious play” sia nato insieme al metodo dei lego, la cui società oggi vende kit e organizza masterclass per aziende innovative che vogliono implementare strategie creative per arricchire i propri business.

Ci sono molte tecniche di problem solving che potremmo analizzare; tutte sono accomunate dai seguenti step:

  • Si inquadra il problema: si analizza e si scompone  in molteplici domande più semplici
  • Si trovano soluzioni alternative
  • Si identifica l’alternativa migliore
  • Implementazione
  • Tramite un test si valuta la soluzione scelta
  • Fase di learn: in seguito ai risultati del test si propongono nuove soluzioni al fine di migliorare la nostra idea

Un esempio pratico è il Flower canvas, uno schema in cui nella parte centrale si identifica il problema e lo si scompone in quattro direttrici (o cluster) per cui si propongono soluzioni alternative. Con la matrice impatto-sforzo si sceglierà una prima direttrice su cui lavorare ovvero quella con un impatto migliore e che comporta uno sforzo minore, meno investimenti e meno tempo da investire. 

Con il metodo “Dot voting” ogni partecipante sceglierà le soluzioni alternative che sembrano più attuabili, pensando ai modi per implementarle, analizzandone i pro e i contro. 

Ad oggi, nonostante molte imprese tradizionali siano ancora restie al cambiamento, i ”serious play” trovano applicazione in numerosi contesti: dalla formazione aziendale, alle campagne di educazione e di sensibilizzazione, fino ad attività promozionali e campagne sociali.

Maria Elena Bendicenti, associata in prova Area Marketing

Giulia Monzali