Contante o carta? Tra abitudini ed innovazione

L’umanità utilizza le monete da circa 3100 anni, mentre le banconote, invenzione cinese del IX secolo a.c., vennero introdotte in Europa solamente nel periodo Napoleonico. La prima grande rivoluzione delle transazioni economiche si ebbe negli anni 50 del secolo scorso con l’introduzione delle carte di credito e debito, che attualmente rappresentano uno degli strumenti di pagamento più diffusi.

I recenti sviluppi tecnologici dimostrano una progressiva diminuzione nell’utilizzo della carta di credito, favorendo i pagamenti digitali tramite smartphone.

Al fine di facilitare le transazioni di denaro, l’Italia sembra “rifiutarsi” di stare al passo con il panorama europeo in tema di pagamenti e sviluppo di tecnologie; attualmente, infatti, il nostro Paese è solo al 24esimo posto in Europa per digitalizzazione dei pagamenti.

Nella seconda metà degli anni 80’, sul territorio italiano, si vide la prima diffusione delle carte di credito, divenute strumento della quotidianità dei cittadini solo recentemente.

Tuttavia, facendo spazio ai dati, è possibile fare un confronto sul numero delle operazioni annuali, tramite carta di credito, effettuate in media ad personam: in Italia (46) ed in Europa (135). Questi risultati fanno riflettere: basti pensare che l’Italia è uno dei primi paesi europei per evasione fiscale dell’IVA.

A tal proposito, è la tracciabilità che lega i pagamenti digitali all’evasione fiscale: a differenza del denaro contante, infatti, ogni operazione eseguita digitalmente può essere rintracciata ed identificata, rendendo impossibile ogni tentativo e forma di frode.

Un recente studio ISTAT afferma che il 60% degli italiani è favorevole ad un aumento dei pagamenti digitali, a dispetto dell’utilizzo di denaro contante. Dunque, cos’è che frena l’Italia dall’attuare manovre chiare ed incidenti in materia di digital payment?

Una delle problematiche principali è di sicuro il costo delle commissioni addebitate tramite POS, specialmente nelle cosiddette “micro transazioni”. Tale costo, in relazione con gli standard europei, è molto alto per l’Italia.

Se questo ostacolo fosse eliminato, molti esercenti sarebbero favorevoli all’accettazione dei pagamenti elettronici.

Un altro problema importante risiede nell’attuale situazione demografica italiana: l’ISTAT conferma i trend negativi degli ultimi anni, contando oltre 13 milioni di over 65 sul territorio italiano. Questo alto tasso di anzianità, insieme ad una notevole diminuzione delle nascite, spiega il perché della bassa inclinazione ai cambiamenti nel nostro Paese.

Dal punto di vista “digital”, infatti, è chiaro che le persone anziane non siano in grado di sostituire le nuove forme di pagamento al classico contante.

Per far fronte a questa difficoltà, si è ipotizzata la creazione di un “portafoglio digitale”: una carta di credito legata al documento di identità e ricaricabile presso tabaccherie o banche.

Tuttavia, fa riflettere che, mentre in Italia è molto comune trovare i classici cartelli, appesi alle porte dei negozi, con su scritto “non si accettano contanti”, in paesi come la Svezia, a Göteborg, città con poco più di mezzo milione di abitanti, girano cartelli che riportano la frase “siamo senza contanti”.

Lorenzo Romanzi 

Associato in prova area consulenza

Mauro Campus