Categories: AttualitàJELU Tips

Covid-19 e gender equality: un passo indietro

Il 2020, 15esimo anniversario del Beijing Platform for Action, doveva essere l’anno rivoluzionario per quanto riguarda la gender equality. Invece, con l’emergenza sanitaria, è aumentato il gender gap sul tasso di occupazione, da 17,8 a 18,3 a favore degli uomini.

Le rilevazioni sulle forze di lavoro condotte dall’Istat nei primi tre trimestri del 2020 mostrano come, ancora una volta, determinate categorie di popolazione (donne, giovani, stranieri) siano più fragili e maggiormente esposte alle conseguenze negative della crisi, con ripercussioni gravi sull’assetto sociale. Le donne si sono ritrovate in difficoltà non solo sul fronte economico, ma anche dal punto di vista familiare, sanitario e sociale. Quest’ultimo in particolare ne ha risentito in maniera preoccupante.

Durante il periodo di lockdown sono aumentate anche le denunce di violenza domestica, a causa della convivenza domestica forzata.

Le cause di questo divario sono molteplici e complesse, dovute senza dubbio al fatto che le donne italiane sono ancora in gran parte prigioniere di stereotipi, iniziative e servizi che non bastano a favorire l’equilibrio vita-lavoro. In questo senso, le donne in Italia, si trovano a compiere la scelta tra famiglia o carriera, percorsi e aspetti della vita che ancora sembrano rimanere paralleli e incompatibili.

Tra gli ambiti che meglio raffigurano gli squilibri tra i sessi e che si ripercuotono sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro, c’è sicuramente quello della casa, della cura dei figli e dei genitori, impegno familiare che, ancora oggi, è essenzialmente un peso soprattutto per le donne.

Ora veniamo alla domanda: come si risolve questo problema? Quali sono le azioni in corso per ridurre questo gender gap? L’Unione europea sta lavorando per garantire che la questione della parità tra donne e uomini sia oggetto di ricerca scientifica e faccia parte delle future proposte politiche. Il programma Horizon Europe (2021-2027) si pone come obiettivo l’integrazione di genere nei settori sia della ricerca che dell’innovazione.

Nel suo piano di ripresa, la Commissione Europea ha proposto una strategia inclusiva che affronta qui la questione dell’uguaglianza di genere, ad esempio rendendo trasparenti gli stipendi.

Non resta quindi che sperare e mantenere che le promesse vengano mantenute e che negli anni a venire si possa raggiungere la completa uguaglianza tra donne e uomini in tutti i settori, al fine di raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati su questo tema nel corso degli anni anni passati, prima che si potesse prevedere la crisi pandemica.

Giorgia Balestreri, associata in prova Area Consulenza d’impresa

Giulia Monzali