UNA MEDUSA A MANHATTAN

La celebre griffe della Medusa segue l’esempio di tante eccellenze italiane del lusso e passa in mani straniere. Lo scorso 25 Settembre è stato ufficializzato l’acquisto del 100% di Versace da parte del Gruppo statunitense Michael Kors per 1,83 miliardi di euro. MK azienda dal valore di 9,9 miliardi di dollari nel 2017 ha fatturato 7,720 miliardi a differenza di VERSACE con 794 milioni di dollari.

L’ acquisizione del brand italiano da parte di MK segue un trend comune del settore del lusso, ovvero l’inclinazione ad unirsi in conglomerati globali. MK aveva di fatti acquistato l’anno scorso la nota azienda Jimmy Choo per un ammontare di 900 milioni di dollari, ponendosi così come serio competitor dei francesi LVMH E KERING: i gruppi europei più attivi nel settore.

L’azienda aveva bisogno di accrescere la propria credibilità a causa di un rallentamento nelle vendite, e attraverso l’acquisizione di questi due grandi marchi ha puntato sulla diversificazione e targhetizzazione del brand.
Oggi MK e il rivale statunitense Tapestry Inc., assieme a Shandong Ruyi e Fosun International Ltd. stanno cercando di emulare l’approccio multi brand dei giganti europei anche se cosi facendo il numero di potenziali target si riduce.

Ad ogni modo Versace rimarrà un’azienda di lusso, cosi come riportato da Donatella Versace, icona della casata della Medusa,  che continuerà ad essere il direttore creativo del gruppo affiancando John D Idol attuale chairman e executive officer di MK holding.

 “L’acquisizione di Versace è un importante traguardo per il nostro gruppo e ci impegneremo a investire nella sua crescita” ha commentato il CEO di Micheal Kors . L’ambizioso obiettivo del gruppo americano, infatti, è quello di portare le vendite annuali, a quota 2 miliardi di dollari in modo di farle aumentare più del doppio del loro valore attuale incrementando il numero di stores da 200 a 300 e sviluppando ulteriormente il canale dell’e-commerce. In seguito all’accordo, la famiglia mantiene uno stake pari a 150 milioni di euro di azioni del nuovo gruppo denominato Capri Holdings Limited, nome ispirato “alla leggendaria isola che è stata a lungo riconosciuta come destinazione iconica, glamour e di lusso”, spiega la società americana.

MK auspica che da questo deal possa incrementare la sua market share e i suoi ricavi, ma d’altro canto potrebbe incorrere in aspetti negativi perdendo i clienti più affezionati alla brand image, come accadde dopo l’assassinio di Gianni Versace nel 1997. Le vendite, infatti, non sono mai riuscite a superare i volumi delle collezioni nelle quali Gianni Versace, vero ed unico cultore del brand,era art director, poiché la sua creatività e la sua mano possedevano un’unicità difficile da riprodurre.

Trattandosi di un’eccellenza italiana, sarebbe stata accattivante un’acquisizione da parte di un gruppo altrettanto italiano, capace di conservarne il patrimonio. Questo takeover potrebbe far perdere quell’esclusività mistica che circonda Versace, poiché propone un target diverso e caratterizzato da prodotti più cheap rischiando, per così dire, di contaminarne il suo heritage. Il giorno dell’annuncio, il mercato non ha accolto positivamente la notizia: mentre, infatti, le share di MK sono crollate del 10% (quasi un miliardo di dollari di market cap), resta ancora da vedere cosa comporta questa operazione in termini di Made in Italy. Staremo a vedere!

                                                                                                      Nicole Scipione, associato in prova area HR

Mauro Campus