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Profitto o responsabilità sociali: qual è la forza motrice di un’azienda?

Massimizzare il profitto è ancora oggi considerabile il mantra di un amministratore delegato? 

Negli ultimi 40 anni, le decisioni dei più importanti manager nel mondo sono state prese, nella maggioranza dei casi, con l’obiettivo di aumentare i profitti della propria azienda. Introdotta dal premio Nobel Milton Friedman nel 1970, la cosidetta “shareholder theory” afferma che la principale responsabilità di un’azienda è quella di garantire il benessere dei suoi azionisti. Secondo questa logica, le aziende (e i manager, di conseguenza) hanno un solo scopo: generare e massimizzare il profitto.

Contrapposta alla precedente, la “stakeholder theory” afferma, invece, che la responsabilità di un’azienda non si traduce solamente in doveri verso i bisogni degli azionisti, bensì verso tutti coloro che hanno interessi nell’azienda (gli stakeholders appunto), ovvero impiegati, clienti, fornitori, comunità, etc. In questo contesto, l’azienda deve tenere sempre in considerazione gli interessi di questi ultimi prima di prendere decisioni che potrebbero danneggiarli.

Larry Fink, CEO di BlackRock – la società d’investimento più grande al mondo – nella sua consueta lettera annuale indirizzata ai CEOs delle compagnie nelle quali la società americana investe, invita per la prima volta nella storia le aziende a rivedere le loro responsabiltà sociali. Già nella lettera del 2018 affermava che “per prosperare, le aziende non devono solamente fornire prestazioni finanziarie, bensì apportare un contributo positivo alla società”. Nella lettera del 2019 Fink rincara la dose, sostenendo le ipotesi della stakeholder theory. Più specificatamente, afferma che solo le aziende in grado di adempiere agli interessi degli stakeholders “raccoglieranno i frutti nel lungo periodo, le altre sono destinate ad inciampare e cadere”.

In un futuro prossimo sempre più incerto, nel quale il riscaldamento globale e la scarsità di risorse la fanno da padroni, le aziende sono chiamate a sciogliere le questioni sociali che i governi mondiali non affrontano. In questo contesto, la società si affida sempre di più alle aziende per risolvere i problemi legati alla tutela dell’ambiente fino alla disuguaglianza razziale.

Non a caso, una recente indagine condotta da Deloitte, mostra come alla domanda “quale dovrebbe essere lo scopo primario di una società”, i lavoratori millennial abbiano risposto, per il 63 percento di consensi in più, “migliorare la società” rispetto a “generare profitto”.

Risulta quindi imminente una transizione da un’ottica aziendale basata unicamente sui profitti verso un’ottica aziendale che bilanci profitti, pur sempre essenziali, con responsabilità sociali.
La nuova domanda che guiderà le decisioni dei manager per i  prossimi anni potrà quindi essere:

“Come posso massimizzare il profitto della mia azienda tenendo però in considerazione gli interessi degli stakeholders?”

Gabriele Cergol

Associato in prova Area Consulenza

Mauro Campus