

Lo scorso 16 gennaio è scomparso nella sua casa di Bryn Mawr in Pennsylvania, John C. Bogle, pioniere dei fondi d’investimento indicizzati e capostipite della “democratizzazione” dei mercati finanziari. Il magnate del business, più comunemente conosciuto in quel di Wall Street come “Jack”, e fondatore del Vanguard Group è venuto a mancare all’età di 89 anni. La causa, secondo quanto riportato dai suoi assistenti, sarebbe stata un cancro. Oggi più che mai sembra opportuno guardarsi alle spalle, ripercorrere tutti i traguardi ed i successi che hanno scandito la vita di quest’uomo e lo hanno reso un “padre” della finanza, così come oggi la concepiamo.
Jack nasce a Montclair, in New Jersey, l’8 Maggio del 1929. Dimostra fin da subito una sorprendente attitudine per le discipline quantitative e matematiche, conquistando impressionanti record accademici. Proprio grazie alla sua abilità e determinazione riesce ad ottenere una borsa di studio per l’università di Princeton, nonostante le nefaste condizioni economiche della sua famiglia. Studia economia ma si appassiona e si focalizza sui fondi d’investimento, ritrovandosi in men che non si dica catapultato, nel 1951, a lavorare presso il Wellington Fund, un’importante compagnia d’investimento. Mettendo a frutto le sue abilità e passioni ne diventa rapidamente manager ma, nonostante le sue brillanti vedute, la sua carriera viene bruscamente interrotta: nel 1974 viene licenziato a causa di una fusione, considerata troppo azzardata, con un fondo speculativo di Boston. Lo stesso anno però si rimette in gioco e decide di fondare il Vanguard Group, considerato ad oggi una delle più importanti società d’investimento al mondo.
La filosofia che ha animato la creazione di Vanguard è stata quella che sin dagli anni a Princeton affascinava Bogle, ovvero la gestione passiva degli asset: non più strategie attive di posizione bensì ancorate ad un determinato indice, con l’intento di replicarne le performances tramite gli asset posseduti dal fondo stesso. Vanguard garantiva che il potere fosse nelle mani degli effettivi titolari del fondo, gli azionisti. Nel 1975 crea infatti il primo fondo comune indicizzato, il “First Index Investment Trust”, precursore di molti altri fondi di successo cui darà vita negli anni a venire. Tutto il successo e la fama ricevuti derivano proprio dalla sua incredibile lungimiranza e dalla sua capacità di “ascoltare” i mercati, rendendoli accessibili anche ai piccoli risparmiatori. Magnate di Wall Street ed al contempo paladino dei piccoli azionisti, spesso si rivolgeva pubblicamente ai risparmiatori: raccomandava prudenza e logicità nelle scelte, equiparandole a quelle che il buonsenso opera nella vita di tutti i giorni. Un contrasto all’apparenza inconciliabile ma frutto di una totale devozione alla diffusione del sapere. Proprio questo dicembre, nella sua ultima intervista pubblica, ha invitato gli investitori alla massima cautela e ad alleggerire, almeno per questo 2019, le proprie posizioni di equity in portafoglio, a fronte di un rafforzamento sul fixed income.Dalla fine degli anni 80 è meritatamente ascritto all’Olimpo della finanza e considerato tra le più autorevoli menti nell’ambito della strategia finanziaria.
Bogle è così riuscito a diffondere la propria filosofia d’investimento a lungo termine e di patient capitalcome arma affidabile ed efficace, in grado di garantire un ritorno economico certo ma non speculativo, ed al contempo una relativa stabilità contro la volatilità del mercato. Di lui Warren Buffet ha detto: “Se gli investitori avessero sempre ascoltato le sue idee, sarebbero oggi più ricchi di centinaia di milioni di dollari”.
Antonio Rinaldo Palestini, associato area Consulenza
https://forbes.it/2019/01/17/bogle-vanguard-morto-etf-rosti/;
https://www.cnbc.com/2019/01/16/reuters-america-update-1-john-bogle-vanguard-founder-and-low-cost-investing-pioneer-dies-at-89.html;
https://en.wikipedia.org/wiki/John_C._Bogle ; https://www.investopedia.com/terms/j/john_bogle.asp