

Notaio e libertà d’impresa sono da sempre considerate due forze inversamente proporzionali: quanto più si accresce il ruolo del primo, tanto più si riducono gli spazi della seconda. Il notaio, infatti, oltre ad essere una risorsa molto costosa, necessita di una serie di adempimenti formali che aggravano la posizione di chi costituisce un’impresa. Per questa ragione è opinione comune considerare il ruolo del notaio nelle società assolutamente superfluo e per le startup addirittura un ostacolo alla loro costituzione. Ma è davvero così? È nostra intenzione riflettere sull’importanza del notaio nelle società di capitali e, in particolare, nelle startup innovative, anche alla luce della recente sentenza del Consiglio di Stato n. 2643/2021.
Qual è il compito del notaio nelle società? Il notaio è un pubblico ufficiale che vigila sulla compatibilità a legge del contratto di società (s.r.l. ed s.p.a) e garantisce che la società sia costituita e organizzata a norma di legge. Egli opera non come lavoratore dipendente, ma come professionista esterno.
In concreto il notaio osserva che lo statuto non contenga clausole contrastanti con la legge e vigila affinché le delibere assembleari siano rispettose delle regole del codice civile, a garanzia degli stessi soci. Immaginate di essere un socio di minoranza che vuole partecipare alle assemblee ma non ha sufficienti partecipazioni azionarie. Una possibilità è quella di delegare un socio con maggior capitale cosicché sostenga la vostra idea di business in assemblea. Non vi sentireste allora più al sicuro sapendo che qualcuno di imparziale controllerà che vengano rispettate le vostre prerogative? Inoltre, il notaio verifica che sia rispettata la disciplina del capitale sociale. Il capitale sociale è la principale garanzia del contratto di società di capitali: chi partecipa infatti conferisce una somma di denaro che costituirà la base del patrimonio della società. Non vi sentireste più al sicuro sapendo che un professionista controlla che i vostri stessi soci rispettino le regole e gli impegni assunti?
Il notaio costa molto, è innegabile. Per tale ragione, è lecito chiedersi come le piccole imprese riescano a sostenere i suoi servizi. Un grande aiuto in questo senso è stato dato dalla legge 99/2012 che ha istituito la società a responsabilità limitata semplificata. Questo tipo di società può accedere gratuitamente ai servizi notarili, i quali vengono garantiti con la stessa qualità e diligenza di quelli a pagamento. E per le startup come funziona? Fino a poche settimane fa si pensava che per queste non fosse necessario il controllo notarile. Il Consiglio di Stato, invece, con la sentenza 2643/2021 ha riconosciuto che anche per costituire una startup innovativa occorra passare per il notaio, seppur gratuitamente come per la SRLS.
A parte le ragioni giuridiche che hanno condotto a una tale decisione, e cioè che la stessa è coerente con l’impostazione di fondo sia nazionale che europea (nel resto dell’UE, infatti, pur non essendovi il notaio, viene in ogni caso imposto di ricorrere a figure analoghe), riteniamo di dover condividere la decisione anche per un motivo pratico: chi costituisce una startup di solito ha risorse limitate, sia in termini economici che giuridici, perciò come possono i soci controllare il corretto adempimento degli obblighi imposti dalla legge? La strada più sicura è quella di consultare un notaio, allo scopo evitare future e spiacevoli “grane” come forme di responsabilità verso i soci o i terzi.
Edoardo Monteforte
Associato Senior Area Legale