In origine vi furono i motori di ricerca cosiddetti “orizzontali”, motori noti a tutti quali Google, Yahoo!, Bing e così via. Questi motori consentono di ricercare parole chiave su tutto il World Wide Web e presentano una lista di tutti i siti e le pagine che fanno riferimento a tali keywords. Questa tecnologia, che oggi diamo per scontata, ai suoi tempi fece scalpore in tutto il mondo, generando un mercato che ancora oggi è in espansione. Tuttavia tali motori di ricerca presentano alcuni limiti, il più importante dei quali è la mancanza di possibilità di contestualizzare la ricerca. Per rendere più chiaro cosa si intende ci rifacciamo a un caso reale usato da Jeff Bezos, fondatore di Amazon, nel 2005 per spiegare la differenza tra un motore orizzontale e uno verticale: se, allora, si fosse cercato “Vioxx” su Google avremmo ottenuto per lo più risultati legati al tema legale; il Vioxx è, infatti, un farmaco che in quell’anno fu ritirato dal mercato perché dannoso per la salute.
Proprio in quegli anni nascevano i cosiddetti motori di ricerca “verticali”, motori specializzati nella ricerca in un determinato ambito (turismo, farmacologia e così via), tipo di media (video, foto, etc.) o genere di contenuto, come Yelp o Tripadvisor. Questi motori nascevano per due motivi: il primo, di natura prettamente economico, derivava dall’impossibilità di attaccare il mercato dei motori orizzontali, in quanto dominato da pochi grandi player, e si risolveva nella ricerca di una nicchia specifica; il secondo stava proprio nella risoluzione della problematica spiegata precedentemente. Continuando l’esempio fatto da Bezos, egli sosteneva che cercando “Vioxx” su PubMed, si sarebbero invece ottenuti risultati di carattere medico-scientifico, che non sarebbero apparsi su un motore orizzontale.
L’evoluzione dei motori di ricerca non si è fermata ai motori di ricerca verticali e si è giunti agli aggregatori di e-commerce, quali Segugio o Zalando. Si tratta di servizi in realtà molto simili ai motori di ricerca verticali, in cui vengono raccolte le offerte di numerose aziende operanti nello stesso settore, consentendo, talvolta, anche la comparazione dei prezzi delle varie piattaforme per uno stesso prodotto. La differenza tra questa categoria di motori di ricerca e quello precedente sta nella specializzazione in ambito e-commerce e nella possibilità di comparazione dei prezzi tra vari siti e motori di ricerca verticali, vedasi Trivago.
A queste categorie se ne sta ultimamente aggiungendo un’altra, da noi definita “aggregatori di offerta”. Con tale termine andiamo ad indicare, nel presente articolo, quei servizi online che consentono all’utente di ricercare tutte quelle imprese che offrono un determinato prodotto/servizio all’interno di una certa area geografica di riferimento. Tale categoria ha una serie di elementi differenzianti rispetto agli altri: innanzitutto, le imprese non vengono indicizzate automaticamente sulla piattaforma per via dell’ambito di competenza, bensì devono sottoscrivere un accordo con la piattaforma stessa per comparire nelle ricerche; inoltre, è forse è la componente più importante, non è necessario che coloro che offrono il servizio siano presenti sul web, in quanto la piattaforma si pone come intermediario tra utente e impresa, la quale può ricevere gli ordini anche telefonicamente o via mail da parte dell’intermediario stesso.
Un esempio di quest’ultima categoria che è stato lanciato di recente è MyMama, piattaforma strutturata da un gruppo di ex studenti Luiss, che consente a chi cercasse una donna delle pulizie (sia privati che imprese) di poter ricercare le imprese di pulizie che forniscono servizi nella zona, confrontare i prezzi e i servizi accessori offerti e prenotare la propria “Mama”.
Scritto da Riccardo Santoli