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Attualità

Fintech, un’innovazione nei servizi finanziari

By Mauro Campus  Published On Ottobre 6, 2019

Quando parliamo della recente innovazione nel settore dei servizi finanziari, non possiamo fare a meno di citare l’innovazione “Fintech”.
Questo fenomeno, contrariamente a quanto si possa pensare, circola all’interno del settore dei servizi finanziari da decenni, ma il suo recente boom è stato causato dalla altrettanto recente innovazione tecnologica che oramai trova applicazione in qualsiasi settore, incluso, appunto, quello dei servizi finanziari.

Questo particolare tipo di innovazione viene classificato da Eurostat come KIS, o Knowledge-Intensive-Services e nello specifico è un KIS di tipo finanziario, proprio in riferimento all’ambito in cui tale innovazione ha avuto luogo. Ciò vuol dire che Fintech, altro non è che un’innovazione di servizi ad alto contenuto di conoscenze (knowledge intensive) in ambito finanziario.

È proprio grazie alla rivoluzione tecnologica dell’ultimo decennio che è stato possibile realizzare processi di innovazione dei precedenti modelli di business utilizzati dalle società operanti in tale settore; evoluzione che ha portato ad innovare la stessa offerta di servizi finanziari.
Si è quindi creato un perfetto binomio tra innovazione tecnologica e innovazione finanziaria.

In termini pratici, tutto il mercato dell’intermediazione bancaria e finanziaria è mutato grazia all’innovazione Fintech, basti pensare alle aree di operatività su cui questa innovazione ha avuto un impatto.
Ad esempio con “Fintech” è stato coniato il concetto di crowd-funding e di peer-to-peer lending, sono poi state introdotte le cripto-valute e la blockchain ed è infine stato possibile offrire servizi di cloud computing e di gestione dei big data.

Con l’avvento di Fintech e con l’obiettivo condiviso di sfruttare questa ondata di innovazione tecnologica, sono nate quelle che oggi risultano essere le più grandi aziende tecnologiche del mondo: Google, Apple, Facebook e Alibaba, solo per citarne alcune.
È evidente come negli anni il numero di start-up che investono in modo deciso nell’innovazione finanziaria sia aumentato esponenzialmente, giungendo così alla capacità di poter realizzare un’ampia offerta di servizi finanziari.
Considerando l’alto numero di imprese Fintech già operanti e presenti sul mercato, e la previsione di un incremento del grado di “alfabetizzazione digitale” nel più breve futuro possibile, anche le imprese già operanti nel settore finanziario hanno investito in maniera oculata al fine di beneficiare di questa ondata innovativa (promuovendo eccellenti servizi di mobile banking).

È quindi facilmente intuibile che la maggior parte delle aziende Fintech provenga da Nazioni quali: Regno Unito, Olanda, Francia, Germania, mentre in Italia gli investimenti sono minori. Questo elemento è dovuto all’eccessiva staticità del modello di business bancario del nostro Paese, che le grandi banche (Intesa San Paolo ed Unicredit) stanno comunque cambiando.

A titolo esemplificativo, uno dei più grandi ambiti di applicazione Fintech è quello dei “pagamenti digitali”. Secondo alcune stime il valore annuale delle transazioni effettuate tramite i sistemi di pagamento digitali aumenterà esponenzialmente tra il 2018 e il 2022, da quota 4.296 mld fino a 13.979 mld. Si ipotizza, inoltre, un incremento del numero di “mobile payment users” in tutto il mondo, che può raggiungere la soglia di 1.115,2 milioni nel 2021.
Tra i più famosi sistemi di pagamento, possiamo citare quelli sviluppati da Apple e Google (rispettivamente Apple-pay e Google pay).  

Giovanni Gennaro

Associato in prova Consulenza


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