

Il Parlamento Britannico è ingaggiato in quello che, in Teoria dei Giochi, è chiamato “gioco del pollo” (“Chicken Game”), un modello di conflitto tra parti nel quale il beneficio è subordinato al cedere di una di queste. Si tratta di un equilibrio instabile e l’unico modo razionaleper sopravvivere al “gioco”, è concordare la strategia ottima con l’opponente.
Il Parlamento Britannico sta sfidando, in una corsa verso il precipizio, sia l’UE, che sé stesso.
La leader del Governo, Theresa May, sta portando ai limiti i termini dell’accordo con l’UE, consapevole di poter osare in questa fase, in quanto ci sarà ancora tempo per gestire il rischio e trovare il compromesso.
Costi considerevoli si sono manifestati per il Regno Unito. La paura di un No-Deal e il pericolo delle ripercussioni finanziarie e doganali sui capitali, hanno generato una consistente migrazione di investimenti verso mercati più sicuri, come Berlino o Singapore.
Interi settori, come il traffico aereo e l’elettronica di consumo, hanno registrato un crollo nel valore aggiunto all’economia da tali risorse, dovuto all’incertezza delle future condizioni giuridiche e finanziarie del Paese.
Inoltre, un problema rilevante della Brexit è legato alle politiche monetarie che la “Bank of England” opera periodicamente per contrastare l’inflazione. La MPC (“Monetary policy commitee”) è da qualche mese paralizzata nel definire i tassi di interesse per gestire i consumi e rassicurare l’economia. L’inflazione è come il vento per la BoEe se non è possibile prevederne le condizioni, allora muovere le vele (i tassi di interesse) può risultare disastroso.
La Banca di Inghilterra, nel preservare il Paese dai danni di un potenziale disastro in termini di inflazione, è in fase di stallo. Tutto ciò sta causando una brusca interruzione dello sviluppo economico del Paese, come evidenziato all’inizio del 2019 dal Financial Times.
Una chiave di lettura della Brexit, risiede nella valutazione dei costi-opportunità.
Finanziariamente, il disinvestimento di impieghi strategici, non sempre è la soluzione ottima in prospettiva di incertezza della curva dei tassi.
Come testimonia l’analisi di Deloitte su alcuni influenti CFOs di tutto il mondo, con sede a Londra, nonostante il Mercato Britannico resti un “top of the risk”, circa il 67% di questi si mostra ottimistaper i loro businesses.
A supporto di questo trend, la Banca d’Inghilterra ha osservato che oltre 700 “British businesses” hanno predisposto piani di incremento degli investimenti nel Paese.
Tuttavia, i CFOs ammettono possibili difficoltà iniziali. Questo però impatterà sul rischio aumentando le aspettative di rendimento del Mercato britannico, con scarse probabilità di essere disattese, considerando il ruolo cruciale del Regno Unito per le dinamiche economiche mondiali. Rileva ripotare che, tra i CFOs intervistati da Deloitte, 130 appartengono a società del “FTSE 350 index”, indice di mercato delle 350 società più importanti in sede “London Stock Exchange”, per un valore di circa 380 miliardi di Sterline.
All’incertezza potrebbe non seguire la paura, ma la scommessa.
Il rischio di non superare il precipizio, “cliff-edge” come afferma Robert Shrimsley, direttore editoriale del FT, è concreto, e l’attuale governo britannico sa che l’uscita deve essere orchestrata perfettamente, perché una caduta ora sarebbe fatale.
Davide Tortoriello.
Associato Area Marketing.
1- Political Chicken game:
https://www.ft.com/video/e2c45086-0639-47f0-83de-46a3b33b1457https://www.ft.com/content/aa7a6572-261a-11e9-8ce6-5db4543da632#myft:saved-articles:page
2- Stallo economia UK: https://www.ft.com/content/51f5bdd6-2929-11e9-a5ab-ff8ef2b976c7
3- Deloitte report e BoE report: https://www.ft.com/content/d43ba2ca-15fc-11e7-b0c1-37e417ee6c76