

Quando si pensa alla Blockchain, il pensiero si rivolge quasi automaticamente alle cripto-valute che, per prime, hanno saputo sfruttare questa nuova tecnologia con risultati sorprendenti. In realtà, c’è un mondo di ulteriori applicazioni che hanno le potenzialità per cambiare sia alcune prassi riguardanti la gestione delle imprese sia le caratteristiche di alcuni mercati.
Si potrebbe porre fine anche a problemi che gravano sul welfare. Primo tra tutti l’asimmetria informativa.
La blockchain, diventerà infatti lo strumento con cui saranno effettuate certificazioni affidabili e trasparenti. Esplicitiamo come, con una serie di domande:
Che tipo di informazioni possono essere certificate attraverso la blockchain?
Il primo importante vantaggio consiste nel poter tenere traccia di tutte le caratteristiche di un singolo prodotto, dalla provenienza alla qualità ed allo stato.
Come sarà possibile autenticare queste informazioni?
Il secondo importante vantaggio risiede nel fatto che con la cosiddetta Internet of things, ogni oggetto sarà dotato di sensori collegati ad internet che ne rilevano le caratteristiche e le comunicano alla rete in maniera indipendente. Ciò consentirà ai certificatori di poter rilevare e tener traccia di ogni momento della storia dell’oggetto.
Perché si ritiene che la blockchain sia più sicura delle procedure usate fino ad ora?
La terza importante novità è che questi dati sono immutabili, in quanto archiviati in numerose casseforti interconnesse. Per modificarli sarebbe necessario violarle tutte contemporaneamente, operazione praticamente impossibile su una rete estesa. I dati, quindi, non verranno più custoditi in banche centrali in cui la sicurezza era garantita dall’impossibilità di accesso.
Mettendo insieme tutte queste informazioni ed utilizzando un po’ di fantasia si può arrivare fino a dover ridiscutere il celebre studio conosciuto con il nome the market for lemons che è valso al suo ideatore il premio Nobel per l’economia nel 2001. La sua ricerca afferma che sul mercato preso come campione, cioè quello delle autovetture di seconda mano, si possano trovare in vendita solamente “bidoni” ovvero automobili che hanno dei difetti, spesso resi occulti agli occhi degli acquirenti. Questo avviene in quanto il prezzo di mercato sarà dato da una media tra il valore di auto di buona e di pessima qualità. Esso sarà certamente minore del valore di un’automobile di buona qualità. Pertanto, chi vorrebbe vendere un’automobile in buone condizioni, nella consapevolezza di doverla proporre ad un prezzo inferiore al suo vero valore, per renderla appetibile al mercato, tendenzialmente preferisce tenersela piuttosto che svenderla. Nel tempo sono nate iniziative di “signalling” basate sulla certificazione da parte del concessionario di informazioni quali chilometraggio e cronologia tagliandi, ma non sono bastate ad arginare fenomeni di contraffazione ed a sostenere il maggior costo delle auto migliori.
La blockchain può capovolgere questo risultato. Infatti, tutte le automobili potranno essere collegate ad internet ed inviare continui dati ai certificatori che li utilizzeranno per produrre ed aggiornare la propria certificazione. Questa potrà essere consultata anche dai clienti per verificare l’effettivo stato di salute del prodotto e pagare il giusto prezzo.
Questa considerazione avanzata per le automobili è estendibile a tutti gli altri prodotti.
Finalmente si prevedono tempi duri per i truffatori!
Alberto Iezza
Associato in area consulenza d’impresa